Romanzo breve

Emilia

Il sorriso di

vera

Una storia

breve

Romanzo

Emilia

Il sorriso di

Si può essere felici a 99 anni?
Beh, a pensarla superficialmente si dovrebbe subito dire che sì, certo, se si arriva a quell’età come si fa a non essere felici?! Invece la vita è fatta di attimi, si misura in momenti e non importa che tu abbia vent’anni o novanta: se sei felice, sei felice, se soffri, soffri. E a novantanove è molto più facile soffrire che essere felici. Non c’è una malattia ad aggredirti, ce ne sono decine e una su tutte: si chiama vecchiaia.
 
Sì, la vecchiaia non è una malattia. Lo so. Ma da vecchi tutto si fa difficile, anche le azioni quotidiane più banali come mangiare diventano un traguardo, sono un’impresa. Allora, se la tua mente non ha lasciato il senno, ammalandosi anche lei come il resto del corpo e sei presente a te stesso, vivere è una dura lotta quotidiana. Sei imprigionato in un corpo di novantanove anni che non è indipendente. Non vedi più, perché i tuoi occhi ti hanno mollato, uno per un intervento fatto male e l’altro che percepisce solo vaghe ombre nello spazio. Non senti più: da una lato per niente, dall’altro solo se chi ti parla ha l’accortezza di farlo vicino all’orecchio. Non cammini più. Dopo due fratture, una per femore, dovute all’osteoporosi che avanza con l’avanzare degli anni e che riduce le tue ossa alla consistenza di un grissino, che dire, è un miracolo se ancora le muovi quelle gambe, anche se ci riesci a fatica solo quando provi con grande sforzo a girarti nel letto.
Insomma, a 99 anni, se sei fortunato, alla meglio dipenderai in tutto e per tutto dagli altri. Dovrai sperare che avranno la pazienza e il tempo di nutrirti, vestirti, lavarti, spostarti, prendersi cura del tuo corpo, e di te. Solo dopo aver vissuto tutto questo, ci si potrà chiedere se si può essere davvero felici, a 99 anni. Ebbene oggi, mia nonna che è in queste condizioni, che ha vissuto due guerre ed è sopravvissuta a molte generazioni dopo di lei, si è avvicinata al mio orecchio e abbracciandomi ha detto: “lo sai?! Sono felice”.
Ecco, se la vita merita d’essere vissuta completamente, è anche per momenti come questo.

 

Informazioni sulla pubblicazione

Ci si può rialzare dopo una frattura al femore a novantasei anni?

Il sistema Italia assicura la giusta cura a tutte le età, oppure di fronte alla vecchiaia dobbiamo considerare la vita come un’eventualità cui si può soprassedere?

A causa di un incidente, un’anziana donna è costretta a un ricovero d’urgenza e a un intervento chirurgico. Tra medici di corsia e specialisti di reparto, orari dei ricevimenti, prognosi incomprensibili e regole di fatto, l’odissea cui è sottoposta la donna non è altro che la foto aspra e puntuale di uno spaccato della sanità italiana. L’autore racconta in prima persona una storia che rilancia il tema del diritto di cura e di come il sistema sanitario nazionale, al pari di altri comparti dello stato, sia oramai bersaglio delle peggiori prassi burocratiche. “Il sorriso di Ophelia” è un romanzo breve tratto dalla scrittura teatrale “Senza allegria”, che l’autore ci regala come un racconto di cronaca, la cronaca quotidiana dei disservizi e delle contraddizioni in cui è finito il comparto pubblico in Italia.

Vuoi leggere alcuni capitoli del romanzo?
Sono disponibili di seguito liberamente, in una serie di post, numerati da 1 a 24.
Ci vuole un po’ di pazienza, navigando via web da 01 a 024.

Se preferisci acquistare un eBook pdf e scaricarlo subito sul tuo pc, tablet o telefono, puoi scegliere tra la versione breve del monologo teatrale e la versione integrale di prosa.

Senza allegria; scrittura drammaturgia; 2010 (E. B. 04112010 – IV)
Il sorriso di Ophelia; 2011 (C.L. 00112011)
Il sorriso di Emilia; 2014 (S.I.A.E.)

Qualunque sia la tua scelta, buona lettura.

01. | Premessa

  Si può vivere senza allegria? Un olio su tela di Sir John Everett Millais, Ophelia, conservato oggi alla Tate Britain di Londra e dipinto intorno al 1851, risponde meglio di ogni altro ragionamento possibile a questa domanda. Per chi sa leggere la pittura come fosse un racconto. Colori vivaci, acque fresche e trasparenti. Tutt’intorno [...]

02. | NOVANTACINQUE

Prologo     Casa. Anno del Signore duemiladieci. È sera. Il telefono cellulare è acceso fino a tardi, per essere rintracciabile. Suona. Suona la musica che ho scelto, di modo che lo squillo non sia più un secco trillo telefonico, ma una canzone leggera, la melodia di un film. All’altro capo del telefono c’è mia [...]

03. UNO

La sbarra biancorossa all'ingresso, manovrata da un metronotte dentro un gabbiotto, chiarisce subito che si entra solo a piedi. L'auto fuori, in un parcheggio di fortuna, dove si può, sul ciglio della strada, di una strada di periferia senza parcheggi, con auto che sfrecciano a tutta velocità da una parte all’altra. In fondo a un [...]

04. DUE

Giorno dopo, notte insonne. Sono dentro. Questa notte, per entrare nella stanza vuota di una corsia vuota di ginecologia, chiusa a chiave a doppia mandata, abbiamo dovuto attendere nel corridoio, con mia nonna parcheggiata in barella, che una vecchia infermiera addormentata si svegliasse e venisse ad aprire: “non viene mai nessuno qui”, si è giustificata. [...]

05. | TRE

È notte fonda. Calata da tempo come un sipario nero che avvolge lento le scene di una giornata convulsa tra corsie d’ospedale chiacchiere di corsia corse su strade sturate di traffico lento e pensieri lattiginosi di camici sbruffati di candore sbrigato nella scommessa di un posto migliore. Davanti la fredda luce del monitor del computer. [...]

06. | QUATTRO

Giorno dopo. Ospedale. All’alba mia nonna è stata trasferita da una corsia deserta di puerpere immaginarie ai piani superiori: ortopedia. Entro. Il pavimento è uno sfacelo di gomma consunta, rotta, bucata, lacerata, rattoppata alla meglio ogni metro. A tratti la guaina si è licenziata dal piano di calpestio, abbozzando gobbe utili all'inciampo. Figurarsi per chi [...]

07. | Pippo

Breve storia di un gatto indipendente e affettuoso che si chiamava Pippo.

08. | I vecchi

Il metabolismo è uno strumento complesso. Per dirla meglio è un’orchestra, dove l’azione di uno strumento non può prescindere da quella di tutti gli altri. A meno di condannarsi ad ascoltare la più brutta sinfonia di sempre, quella dove ognuno suona per suo conto. Nei vecchi cambia il ritmo, ma la musica resta invariata. Ecco: [...]

09. | La predica. O della paternale

Entro in un bar in riva al mare. Il posto è meraviglioso come l’Italia sa essere. Semplice. Sofisticato. Popolare. Esclusivo. Di questa contrapposizione siamo. Siamo stati. Ordino un caffè. Ordino un caffè con sorriso. Un dito d’acqua scende nel vetro del bicchiere da osteria, la forma classica dei bicchieri da locale aperto pubblico. Il caffè [...]

010. | CINQUE

Quarto giorno. Non chiedetemi le virgole. È un pensiero che va diritto. Ossa franate sotto il peso degli anni. Se potessi metterei in scena un “Romeo e Giulietta” musicale. Invece debbo occuparmi di capire cosa significhi “chiodo endomidollare con vite”. Al più presto. È come sentirsi completamente scollati da tutto il resto. Invece no. In [...]

011. | I giorni passano e sono passati

Cosa segue una disavventura così esplicita se non un’altra disavventura?! Già! Ricordo il suono della canzone che mia nonna cantava tutte le sere, prima di coricarsi.   “Sono andati, fingevo di dormire, perché sola con te voglio restare tante cose lo sai ti devo dire non una sola grande come il mare come il mare, [...]

012. | SEI

Emilia aveva un cane. Si chiamava Titto. Per dirla tutta quel cane non era di nessuno, apparteneva a se stesso. Titto faceva parte di una cucciolata poco numerosa, figlio di una cockerina color champagne e di un volpino bianco e nero. Così era nato un cane col pelo lungo, di taglia medio-piccola, la stazza di [...]

013. | Diario

Lunedì 20 settembre, l’incidente   Una telefonata mi avvisa che mia nonna sta per essere ricoverata in un ospedale di provincia, a causa di un trauma. Ipotesi: frattura al femore. Sono molto lontano dall’ospedale e dai familiari. Risolta l’urgenza, ricarico i telefoni di tutta la famiglia.     Martedì 21 settembre e la ricerca di [...]

014. | SETTE

La casa di riabilitazione     Nella casa di riabilitazione piazzano nonna su una carrozzina. Sì, la sedia a rotelle. Ma non lo fanno dal primo giorno. Se lo facessero da subito la sua psiche rischierebbe di recuperare in autostima i troppi punti persi con la caduta e l’intervento. No, macché! Così sarebbe una cosa [...]

015. | 95

Ophelia sta affodando e muore con un sorriso congelato impresso sulla fronte. Sulla soglia dell’ingresso esterno c’è la solita sbarra biancorossa, con annessa pertinenza del vigilantes. Anche qui. Una immagine che si perpetua. Dovrebbero guardare chi arriva dietro dal vetro, i vigilantes ovviamente assenti. Parcheggio con qualche difficoltà: pieno. È orario di visita e qui [...]

016. | OTTO

La mia generazione ha vissuto una delle più grandi illusioni del novecento: la meritocrazia. Peggio: la democratica illusione. O l’illusione democratica. O la democrazia stessa. Insomma, Requiem. Mi spiego. La democrazia si basa su un concetto tanto semplice quanto rivoluzionario: il principio di uguaglianza. Secondo la teoria, si è tutti sullo stesso piano. Siamo tutti [...]

017. | Mi dica i prezzi

Mi dica i prezzi o mi darà del noioso se le parlerò di diritti     Lo so, non siamo tutti uguali. Ci sono storie che alcuni di noi si portano dentro. Le stesse che altri non vedranno se non inciampandoci sopra, presi quanto sono dal corrersi addosso. Ho visto più umanità nel pensiero di [...]

018. | CENTO!

100       Come sarebbe bello festeggiare insieme i tuoi cento anni nonna. A dispetto di tutto. A dispetto di tutti quei fantocci che ho incontrato sulla nostra strada, così apparentemente comprensivi eppure così inutili, che si arrendono prima ancor prima davanti a te, ai tuoi anni, alle loro carte citate in punta di [...]

019. | Cento…

Cento... Cosa ti scriverà in nome di una comunità un sindaco, nonna?!     Alla Sig.ra Emilia, quanti sentimenti ha provato il suo cuore, e quanto lavoro hanno svolto le sue mani? Quanto amore ha dato e quanto amore ha ricevuto in Cento Anni, mentre il mondo cambiava sempre di più? C’è una frase di [...]

020. | 7 ottobre 2010

Ottobre, 7. Verso casa   Inutile temporeggiare. Aspettare che il tempo faccia il suo corso sperando altro. È come guardare il fondo del burrone su dal ciglio. Un passo già fin troppo avanti per retrocedere. Firmo tutto quello che c’è da firmare. Mille volte su e giù tra gli uffici e la corsia per capire [...]

021. | NOVANTASEI

Sei mesi dopo. Era il 19 settembre 2010. Eccoci qua. Sono trascorsi circa sei mesi dall’incidente che ha causato a mia nonna la frattura del femore, con l’intervento e tutto il resto. Oggi sono certo di poter dire d’aver fatto tutto quello che era in mio potere per aiutarla. Senza forzare la mano. Senza anteporre [...]

022. | Mare

Casa al mare. Stanotte nonna mi ha chiamato. Non riusciva a dormire. L’ho aiutata ad alzarsi. Ci siamo presi uno yogurt.   “Buono”, ha detto. “Con te sto bene”. “Nonna?!”. “Eh?!”. “Quest’anno fai novantanove anni”. “Ma dimmi tu!”.   Evviva!     Si può essere felici a 99 anni? Beh, a pensarla superficialmente si dovrebbe [...]

023. | 10 marzo 2014

10 marzo 2014   Sono trascorsi quattro anni da quell’incidente. È giorno. Solo, su tortuose strade di provincia, sto per raggiungere quella località di mare dove nonna Emilia cadde, spezzandosi un femore sotto il peso dell’età. Sul sedile posteriore mia madre, guarda il panorama di monti, boschi e sassi aggrappati come monumenti al cielo terso, [...]

024. | Appendice

Appendice       Lettera aperta a un Dirigente ASL     Gent.mo Dott. R. P. Responsabile Capo Distretto ASL Roma XXX       Non ci conosciamo, mi chiamo Federico e oggi sono stato in un ufficio che dipende da Lei e vorrei dirle che, mio malgrado, ho vissuto un momento di estremo disagio. [...]

“Il sorriso di Emilia”, di Federico Caramadre Ronconi; Hermes Edizioni
www.ilsorrisodiemilia.it