Da Cristo a Christò

«Il traghetto da Bari o da Brindisi, fino a Igumeniza. Parte più a Nord sulla costa orientale. Da lì si traversa una strada di montagna faticosissima, duecento chilometri senza un ponte o un tunnel. Si arriva a una città che si trova più o meno a metà strada tra Atene e Salonicco, Larissa, dall’altra parte del mar Egeo, poi direzione Salonicco, e da lì ancora verso Nord, frontiera con la Bulgaria. Dalla frontiera a Sofia sono altri duecento chilometri, si arriva con due giorni e una notte di viaggio, io ti aspetto là».

 

Cosa cambia nella vita, forse le cose evolvono, nel bene e nel male, e magari nel tempo ci ritroviamo tutti, più o meno, a combattere gli stessi demoni, le medesime ansie, le solite preoccupazioni vestite di un abito diverso, al passo con la moda.

…Sono trascorsi più di dieci anni da quando eravamo lì, nel collegio greco, a redigere la tesi di Bobcko. Quasi dieci anni fa fino alla pagina precedente, voglio dire. Strano come passi il tempo. E come certe pagine della nostra vita restino lì, senza pretese, ancorate a una memoria che le lascerà andare al prossimo soffio di vento. E quasi dieci anni dopo non ho molto da aggiungere. Non sono migliore né peggiore, pertanto non ho “cori” di cui occuparmi, solo eco, ancora eco, come se quello che c’è da dire si dicesse a venticinque anni, o giù di lì. Quelli delle pagine precedenti.

Neppure Bogdan, o Konstantinov, o Bobo, o Bobcko, o come vi piace, è cambiato. Sì, forse siamo diventati vecchi, nel frattempo, voglio dire.

Non si è fatto prete.

Ha lasciato Roma. Ha trovato la sua principessa, ognuno ha la sua, si sa. E vive a Sofia.

Ha avuto figli, giorni fa una sorellina per Yoan, il primo, che ha un anno e mezzo: Ana.

Lo chiamo. Mi dice di andare a vederli, i suoi bambini. Prima che crescano. Prendo un biglietto e sono sull’aereo. Un’ora e mezza di volo, un’ora avanti di fuso orario e scendo in un altro mondo, dove non capisco neppure le insegne stradali: cirillico.

Bobcko ha cambiato lavoro. Da Addetto Culturale della Nunziatura Apostolica di Sofia a Segretario Generale dell’Ambasciata dell’Ordine di Malta in Bulgaria.

Il tempo di svegliarmi in un’altra città e siamo già in viaggio. Verso sud. Verso il mar Egeo. Destinazione montagna. Kovacevitza. dove c’è la casa di pietra, legno e fango che Bogdan ha fatto ricostruire. Duecento km per arrivarci. E una panoramica di culture, di genti e di epoche che non basterebbe un film a raccontarlo: mondi occidentali che attraversano villaggi musulmani con moschea e carretti trainati da muli, e insediamenti rom con baraccopoli degne della migliore finzione cinematografica.

Una tappa. Entro in un bar: cesso alla turca e carne di pecora. Per accendere la luce bisogna congiungere le estremità scoperte di due fili elettrici. Un altro mondo.

Leda è una vera principessa. Parla più lingue. Educa i suoi figli in un modo che si può solo ammirare. E mentre allatta la piccola Ana, Bobo dondola sull’amaca giocando col primogenito, sulla terrazza di legno della casa di pietra di Kovacevitza.

Sotto, davanti, e tutt’intorno a noi, la valle. E un sentore di ruscelli che echeggiano di lontano sotto il raglio di un asino che sale carico su per le ripide vie pietrose del villaggio.

«Vedi», mi dice dondolando con Yoan, «dedichi tutto questo tempo a questi piccoli, che imparano così velocemente, e ti sorprendono giorno dopo giorno, poi magari quando hanno diciotto anni un capo di stato li spedisce come militari in qualche posto nel mondo e te li ammazzano! Mi pare assurdo».

E mentre sulla valle si fa sera, il sole è sceso dietro la montagna e giù dal basso sale il suono del ruscello, io mi ritrovo a pensare come dirigere il mio prossimo spettacolo che devo fare a Parigi, mentre Bogdan ora mi guarda tenendo la piccola in grembo, che non è più lunga del suo braccio, cullato dal rollio della sua amaca, e mi dice: «E che si fa quando si realizzano i sogni?! E che si fa, dopo?!», e mi sorprendo a pensare che sì, forse qualcosa è cambiato.

Alla prossima allora,

Federico Caramadre

 

RANDOM n.5

Random è un diario d’autore.

Random è una rubrica di “varia umanità”. È un paesaggio antropologico dipinto dalle parole di un autore che mette in scena il mondo cui gli è dato di assistere.

Buon viaggio.

https://www.federicocaramadre.com
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